3.4.11

Merci e plebi.

Partiamo da qui. Da una citazione. Carmelo Bene, attore-drammaturgo-regista-scrittore e poeta italiano nonchè considerato uno degli artisti più poliedrici nella storia del teatro, afferma:

"Ci sono cose che devono restare inedite per le masse anche se editate.
Pound o Kafka diffusi su Internet non diventano più accessibili, al contrario. Quando l'arte era ancora un fenomeno estetico,
la sua destinazione era per i privati.
Un Velázquez, solo un principe poteva ammirarlo.
Da quando è per le plebi, l'arte è diventata decorativa, consolatoria.
L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla
."

Il passo è breve: mi vengo subito in mente. Io, con la mia inesperienza, io
che non ho ancora nemmeno un diploma (ma mancano circa due mesi) ho la presunzione di star qui a parlare di pittori, di quadri, di artisti che hanno fatto la storia.
Quanto, moralmente, posso arrogarmi il diritto di dare giudizi, di dire cosa è bello e cosa non lo è, di dare una mia versione dei fatti, di esprimere le mie opinioni in merito ad una materia, l'arte, che nasce come un lusso per pochi?

L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla?
L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla?

Bene era sicuramente uno sfacciato provocatore, ma questa sua frase doveva
realmente conciliare con la sua ideologia.
Ricordo che lessi, un paio di anni fa, che a Venezia organizzò uno
spettacolo teatrale senza pubblico, ed io lo interpreta come un mero esericizio di narcisismo intellettuale.
Ma contemporaneamente lui stesso,portando in scena i grandi cardini del teatro ( con Salomè, Faust o Margheti, Don Chisciotte,l'Adelchi, l'Otello, L'Hamlet ) divenne un promotore della cultura, la rese più accessibile e la face conoscere tanto che perfino la televisione, seppur di nicchia, si interessò alla sua figura.
Si parla di mercificazione dell'arte sin dall'Ottocento, e la situazione attuale non è certo migliore.
Arte calpestata, libri disprezzati, quadri rivenduti per pochi spiccioli, abuso di grandi nomied uso consumistico.
Ma io credo anche che la Bellezza, perchè d'altronde è di questa che parliamo, debba essere messa a disposizione e prima di tutto, debba essere allungata su una mano che sappia spiegarla. Educare alla Bellezza di un quadro, di un componimento musicale, di una poesia, di uno spettacolo, di un corpo perfino.
Non ammassarci a girare questo gran calderone di sub-cultura e versarlo
addosso a qualsiasi spettatore.
Da quando è per le plebi, l'arte, ma una certa arte, si è adattata alle plebi, si è venduta; ma non ha educato le plebi cui si offriva.
L'arte è sempre un fenomeno estetico, tra l'altro.
Non è cambiata con gli anni. Ma la sua divulgazione potrebbe aiutare la plebi ad entrare in contatto col suo mondo, fatto di codici e di riconoscimenti, oltre che di intuizione.
Non si avranno immediatamente estimatori raffinati, forse non si avranno mai, ma almeno un piccolo gradino sarà pur sempre il segno di un innalzamento.
Ci sono cose che rimangono inedite per le masse anche se editate.
Kafka diffuso in rete diventa più accessibile.
Esistono Velazquez d'oggi.
Come sono sempre esistiti principi incapaci di andare al di là della
mera funzione decorativa di un Velazquez come di un 'quadro-Ikea'.
Tutto sta alla sensibilità del soggetto che certo ha il diritto
all'educazione, ma prima di tutto alla fruizione dell'arte.
Se il quadro fosse rimasto chiuso nella casa del principe ne avrebbe potuto
godere solo il principe comunque.
Il mercato dell'arte spesso è fatto da mercanti che tengono conto del target
di riferimento.



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